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A Natale puoi…oppure no?

È tempo di feste, ma il mercato del settore beverage&mixology deve capire se c’è davvero qualcosa da festeggiare. I numeri parlano di una contrazione dei consumi, ma le aziende non possono stare ferme: serve capire che direzioni prendere. E fra queste, c’è Mixology Experience.

Il 2023 sta per volgere al termine e, si sa, il clima natalizio è tradizionalmente associato a gioia, condivisione e voglia di far festa. I numeri di quest’anno, però, parlano di una frenata nei consumi, tangibile in maniera diffusa a livello globale e per ogni ordine e grado di tipologia di spesa.
Società di ricerca e analisi di settore fotografano un mercato del food & beverage in Italia con oltre 200 miliardi di euro di valore tra consumi domestici e extradomestici, per 2 milioni di persone occupate, dalle produzioni agricole alle industrie di trasformazione, passando per distribuzione, punti vendita e punti di consumo. Un settore importante per l’economia italiana che, dopo aver superato bene il periodo post-pandemia, sta adesso affrontando alcune criticità con i consumi dei cittadini in calo a causa del potere di acquisto sempre più limitato.

Dai produttori agli esercenti, passando per i due principali canali di sbocco delle produzioni ovvero quello dei consumi domestici e quello horeca, l’obiettivo è affrontare, nella loro complessità e in maniera sinergica e collaborativa, le problematiche urgenti del mercato a partire dall’aumento dell’inflazione. Sotto la pressione delle dinamiche inflattive degli ultimi dodici mesi, la tendenza positiva che ancora si leggeva ad inizio anno si sta progressivamente esaurendo e le prospettive per il 2024 sui consumi fuori casa rimangono poco ottimistiche. La distribuzione moderna, toccata da una crescita dei prezzi media dell’11,2% nell’anno, ha subito una riduzione degli acquisti di oltre il 2%. Nello specifico, la distribuzione di bevande all’ingrosso ha visto nei primi nove mesi dell’anno un effetto inflazione pari al 6,9% e vendite verso i canali di sbocco ancora poco sopra la parità in confronto ad incrementi di prezzo del 10,5% nella grande distribuzione.

Stringendo il campo, tutto questo è altrettanto vero per il settore spirits & mixology. Sembra quasi che le reali criticità del periodo post-Covid stiano iniziando ora: l’Ho.re.ca non è in recessione, ma lo scenario resta complessivamente piuttosto incerto. E ad incidere è tanto la spinta inflazionistica dei prezzi al consumo quanto l’incertezza dei consumatori nel quadro geopolitico globale. I consumatori stanno rimodulando la domanda e la riduzione si è fatta sentire soprattutto questa estate, facendo pagare al mercato una sorta di “scotto retroattivo”: i consumi sono indietro di una stagione perché l’estate non è andata come ci si aspettava, e ora l’inverno – che accusa il ritardo trascinandosi dall’estate – non sta performando come “il periodo delle feste” dovrebbe farci credere o sperare.

E quindi? Come devono muoversi le aziende?
C’è, legittimamente, parecchia prudenza, e si avverte la necessità di andare sul mercato con cautela. È pur vero, però, che si impone la necessità di rinvigorire l’offerta complessiva verso il consumatore: serve alzare lo sguardo fuori dal proprio perimetro e fare sistema, attraverso un confronto costruttivo, per individuare le soluzioni e superare le difficoltà. 
Manifestazioni come Mixology Experience sono vere e proprie occasioni di conversione del business: un evento, questo, che nei suoi 2 anni di vita ha già fatto registrare più di 12 mila ingressi, sempre ponendo grande attenzione tanto ai prodotti quanto ai contatti e alle occasioni di business matching. A Milano, dal 17 al 19 Marzo 2024, Mixology Experience ribadisce l’importanza di un approccio business-oriented come motore per il settore beverage: le aziende possono puntare forte sul prodotto in esposizione, sia liscio che in miscelazione, senza voler (o dover) forzatamente “andare oltre” in termini di esperienza e coinvolgimento.
Piuttosto, una tre giorni fatta di corsi, upgrade ed aggiornamenti formativi per i bartender, convegni per l’industria, piattaforme per i distributori. La parte più “ludica” viene infatti demandata alla stessa città di Milano, con tutte quelle manifestazioni, happening e party che anche la stessa organizzazione della fiera stimola attreverso Mixology Week.

Ecco, dunque, un buon modo per fare i conti con una contrazione del mercato: la presenza delle aziende ad una fiera concepita e realizzata come occasione fortemente b2b, nata per far incontrare clienti attuali e potenziali, vero e proprio headquarter in cui fissare incontri con importatori, distributori e manager solitamente sparsi in giro per il mondo e quindi meno facilmente accessibili. Una fiera meno show e più convent, utilizzata – sul modello di quanto avviene a Berlino – dai differenti addetti ai lavori come vero e proprio crocevia commerciale.

In momenti come questo, il mercato non lo si affronta ritraendosi e tirando il freno a mano, ma performando: è certamente importante fare scelte ancor più consapevoli e investimenti ancor più programmatici, ma non ci si può scordare quanto sia fondamentale essere presenti sul territorio e attivarsi, rimanendo “al centro” proprio in quei contesti che al centro mettono il business stesso.

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